Mindfulness è un termine inglese che deriva dalla parola sati in lingua Pali e che ritroviamo nelle scritture relative al Buddhismo Theravada che è la forma di Buddhismo dominante nell’Asia meridionale e nel sud-est asiatico: la più antica scuola buddhista tra quelle tuttora esistenti.
Sati possiamo tradurlo con “attenzione consapevole”, o più brevemente “consapevolezza”.
Mindfulness non è solo uno stato di “piena consapevolezza” che si vuole raggiungere, ma anche una specifica pratica meditativa che deriva dalla meditazione Vipassana (la più antica delle pratiche buddhiste), traducibile con “visione penetrativa” o “chiara visione”. Il fine di questa è sviluppare la consapevolezza di quello che sta accadendo nel momento in cui accade: cogliere attraverso l’osservazione e l’esperienza gli stimoli sensoriali, mentali e fisici.
Quindi attraverso la Mindfulness si presta attenzione intenzionalmente alla nostra esperienza così com’è nel qui e ora; e non come crediamo o desideriamo che sia secondo interpretazioni e aspettative personali.
Mindfulness significa essere pienamente consapevoli di qualsiasi cosa stia accadendo nel momento presente, senza filtri e in assenza della lente del giudizio[…]
E’ coltivare la consapevolezza della mente e del corpo e vivere hic et nunc, nel qui e ora.
B. Stahl e E. Goldstein
La prima sperimentazione della Mindfulness in ambito clinico, estrapolandola dalla sua accezione religiosa, fu del dottore di fisica molecolare Jon Kabat-Zinn che nel 1979 creò il protocollo Mindfulness-Based Stress Reduction. Il fine era quello di evitare in pazienti affetti da malattie e disabilità fisiche gravi e/o croniche che s’innescassero reazioni mentali automatiche responsabili di un peggioramento delle condizioni di stress e che quindi avrebbero ostacolato la risoluzione dei problemi.
Tale protocollo è stato validato empiricamente su gruppi di pazienti e relativi gruppi di controllo e da questi studi si è riscontrata una riduzione duratura di sintomi fisici e psicologici, profondi cambiamenti positivi negli atteggiamenti, nei comportamenti e nella percezione di sé e del mondo.
Dopo 30 anni la pratica Mindfulness è stata integrata nelle psicoterapie cognitive-comportamentali di terza generazione, prima fra tutte la Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT) di Z. Segal, M. Williams e J. Teasdale. Ma non solo, altri approcci terapeutici di terza generazione inseriscono la Mindfulness come un aspetto importante del percorso terapeutico, ad esempio come l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e la Dialectical Behavior Therapy (DBT).
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