Vorrei avere un figlio un po’ più
ordinato e in ordine
in regola con le regole
sulla linea dei miei consigli
loquace alle mie domande
in ascolto ai miei richiami.

Vorrei avere un figlio un po’ più
attento in classe
in pari con i compiti
corretto con i compagni
rispettoso con i professori
interessato alla scuola.

Vorrei avere un figlio un po’ più
fuori a giocare con gli amici
determinato nello sport
sicuro in quello che vuole
costante nei suoi impegni
autonomo nel risolvere problemi.

Certo, non vorrei un figlio perfetto
solo un figlio un po’ più.

Ed ecco un travaglio di pensieri
un parto della mente
e io di nuovo genitore di un figlio ideale.
Il gioco si fa inevitabile
fatto di paragoni e spinte
per avvicinare il reale all’ideale.
E il gioco si fa inquietante
se penso che avrei un po’ più d’amore
se quell’ideale fosse reale.

Mi fermo.
Respiro.
Inspiro e mi ancoro a terra
espiro e cado nel nostro tempo
inspiro e annuso odore di crescita
espiro e vedo brufoli ribelli
inspiro e sento sbuffi sognanti
espiro e tocco un cuore in subbuglio

Tre respiri ed è partito quel figlio un po’ più,
tornerà ed io respirerò.
Nel respiro ho la scelta.
Qui ora scelgo chi ogni giorno mi sceglie
qui ora mi apro a chi ho di fronte
qui ora abbraccio mio figlio.

Il presente scritto è ispirato dai confronti avuti con genitori e dal lavoro sulla genitorialità.
Un passo fondamentale è prendere consapevolezza di quanto potere ha la nostra mente nel crearci “aspettative” e “ideali” così forti da condizionare comportamenti e relazioni.

Alessandro Marastoni